Interparto più lunghi invece che più corti - come un obiettivo di selezione diventa argomento di conversazione

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Per generazioni, la razza ha lavorato per ridurre la lunghezza dell’interparto; più velocemente una vacca rimane di nuovo gravida, meglio è per la redditività aziendale. Su questo punto c’è consenso globale, ma… questo obiettivo di selezione è ancora pratico? In tempi in cui la produzione continua ad aumentare? In tempi in cui il momento ad alto rischio del parto viene visto come il fattore determinante per la redditività della vacca? In tempi in cui i vitelli perdono di valore e la rimonta viene prodotta con seme sessato? Abbiamo trovato un allevatore che ha una definizione diversa di quello che l’interparto ideale dovrebbe essere. Le sue tesi, che oggi sono anche confermate dalla scienza, sembrano convincenti. Un incontro con Gerd Karch, in Germania.

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